energia clima 2030

Energia Clima 2030

Energia Clima 2030, analisi e obiettivi per la Transizione Energetica in Italia

Rispetto agli anni precedenti, nel 2022 l’Italia ha speso circa 75 miliardi di euro in più per l’energia. I fattori che hanno portato a questa spesa impressionante li conosciamo tutti: crisi pandemica, caro energia e materie prime, conflitto russo-ucraino, inflazione a due cifre. Senza contare gli eventi climatici sempre più estremi ed il rischio sempre più concreto di sicurezza sulle forniture energetiche. La super spesa extra di 75 miliardi, paradossalmente, avrebbe permesso al nostro Paese di investire in un anno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. In questo focus, parliamo di Energia Clima 2030, della Proposta di Piano Nazionale Integrato che in 8 anni dovrebbe consentire all’Italia di accelerare i tempi sulla grande opera Green per un prossimo futuro davvero sostenibile.

Approfondiamo obiettivi e dettagli importanti zoomando sulle potenzialità delle fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico).

Energia Clima 2030 Proposta di Piano Nazionale Integrato: obiettivi

Nel definire gli obiettivi di Energia Clima 2030 al Capitolo 2, si è tenuto conto del confronto di due scenari: uno scenario di base che parte dalle politiche vigenti per proiettare l’evoluzione del sistema energetico italiano ed uno scenario di policy che, invece, stabilisce obiettivi indicando soluzioni economicamente più vantaggiose in base all’evoluzione tecnologica.

Tali obiettivi possono essere quantificati o descritti a livello qualitativo in base alle regole europee.

I principali traguardi da raggiungere secondo il Piano nazionale Energia Clima 2030 sono:

  1. Decarbonizzazione;
  2. Efficienza energetica;
  3. Sicurezza energetica;
  4. Mercato interno;
  5. Ricerca, innovazione e competitività.

1. Decarbonizzazione

L’obiettivo nazionale vincolante è ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 33% rispetto al 2005 nei settori non ETS attraverso la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.

La decarbonizzazione, ovvero l’abbandono del carbone nella produzione di energia elettrica, prevede la realizzazione di infrastrutture ed impianti appropriati. Nel settore elettrico, le fonti rinnovabili con maggiore potenziale di sviluppo sono il fotovoltaico e l’eolico, mentre in quello termico le biomasse.

E’ stato definito un obiettivo di quota dei consumi totali coperti da fonti rinnovabili pari al 30% entro il 2030 che comporterà l’installazione annua di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici pari, rispettivamente, a 3800 MW e 3200 MW e, di conseguenza, numerose opere infrastrutturali ed il ricorso a sistemi di accumulo centralizzati e distribuiti. Anche il consumo di energia verde per il riscaldamento/raffrescamento ed i trasporti comporterà sforzi importanti.

2. Efficienza energetica

Uno degli obiettivi importanti legati alle regole europee è ridurre del 32,5% il fabbisogno di energia primaria entro il 2030. Si stima che l’Italia arriverà a ridurre questo fabbisogno del 43%.

Parallelamente, si punta a ridurre i consumi finali di energia dello 0,8% grazie a politiche attive per arrivare ad una riduzione di 0,93 Mtep/anno: un traguardo impegnativo soprattutto per gli edifici ed in settori come i trasporti.

In questo contesto, risulterà determinante l’elettrificazione nei trasporti: al 2030, si prevedono 1,6 milioni di auto completamente elettriche e 4,5 milioni di auto ibride su un parco auto circolante di 37 milioni di veicoli.

3. Sicurezza energetica

Per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento si pensa, da una parte, di aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili, dall’altra, di ricorrere ad altre fonti come il gas naturale anche attraverso GNL (gas naturale liquido).

Si studiano nuove soluzioni: ad esempio, per le infrastrutture gas, si pensa al biometano integrato con il sistema elettrico.

Per i prodotti petroliferi (ancora necessari per i trasporti) le infrastrutture esistenti come le raffinerie evolveranno in senso green.

Nel settore elettrico, occorrerà realizzare sistemi di accumulo ed infrastrutture idonee.

4. Mercato interno

Un altro obiettivo è quello di garantire maggiore flessibilità del sistema elettrico aumentando le risorse per mantenere in tempo reale l’equilibrio tra domanda e offerta. Occorrerà favorire l’integrazione della quota di rinnovabili in costante crescita, sviluppare la rete di trasmissione interna e con gli altri Paesi accoppiando il mercato elettrico italiano con gli altri mercati per avvicinare i prezzi dell’energia a quelli degli altri Paesi europei.

Il mercato interno dovrà dimostrare trasparenza a tutela dei consumatori destinati ad un ruolo di prosumer (produttori e consumatori di energia green) sempre più attivo anche mediante le Comunità di Energia rinnovabile. Il sistema dovrà risultare adeguato, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico nel medio-lungo termine.

Sarà importante anche perfezionare gli strumenti utili per contrastare la povertà energetica di famiglie in difficoltà economica.

5. Ricerca, innovazione e competitività

Sul fronte della ricerca, si mira a migliorare l’abilità del sistema nel garantire e sviluppare tecnologie di prodotto e processo essenziali per implementare la transizione energetica con modelli organizzativi e gestionali funzionali alla transizione stessa.

Il miglior governo del sistema ricerca dovrà essere necessariamente legato al coordinamento tra politiche e misure relative alla domanda e offerta di prodotti e tecnologie.

Agenda 2030: Rapporto ASviS 2022, a che punto siamo in Italia

Nel Rapporto ASviS 2022, riferito al Goal 7 “Energia pulita e accessibile” (Agenda 2030), si legge un commento che sintetizza la situazione attuale in Europa: “La disponibilità di energia è la chiave della crisi e della sua risoluzione”.

La crisi energetica dovrebbe spingere l’Europa a sbarazzarsi della dipendenza dai combustibili fossili ma non tutti i Paesi membri UE condividono l’idea di considerare le fonti rinnovabili come l’unica strada percorribile per lo sviluppo sostenibile. Nella tassinomia green vengono inseriti anche il gas e l’energia nucleare come fonti per la transizione energetica. Per l’abbattimento dei gas serra, il piano REPowerEU ha contribuito ad elevare gli obiettivi di efficienza energetica al 2030 (dal 9 al 13%) e quelli di diffusione di fonti rinnovabili (dal 40 al 45% dell’intero fabbisogno energetico europeo). L’esecutivo UE ha, inoltre, proposto una riduzione del consumo di energia elettrica di almeno il 5% nelle ore di punta per gli anni a venire.

Insieme ad alcuni segnali di miglioramento esistono anche lacune politiche sia in Europa sia in Italia, soprattutto per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.

Il Rapporto ASviS ha evidenziato un miglioramento dell’indicatore sul lungo periodo (+10,7 punti percentuali dal 2006 al 2021) riguardo alla quota di energia da fonti rinnovabili. Se mantenuto (senza considerare il rallentamento del 2020 dovuto al lockdown), questo indicatore consentirebbe un avvicinamento significativo all’obiettivo UE (45%) da raggiungere entro il 2030.

Tra il 2010 e il 2021, è stato registrato un trend positivo determinato anche dal miglioramento dell’efficienza energetica.

Nel decennio 2010-2020, i miglioramenti in Italia sono in linea con la media europea mantenendosi ad un livello lievemente superiore per l’alta produttività di energia (10,3 a fronte di 8,6 euro per chilogrammi di petrolio equivalenti dell’Unione Europea). La quota di energia da fonti rinnovabili risulta, invece, più bassa: 20,4% contro 22,1% dell’UE).  

Fonti rinnovabili: cosa propone l’ASviS

In tema di Energia pulita e accessibile, l’ASviS propone di:

  • agevolare le fasce più fragili della popolazione orientando gli investimenti pubblici per l’efficienza, risparmio e autoproduzione da fonti rinnovabili mediante Comunità energetiche;
  • riportare il prezzo dell’energia ad un livello compatibile con i costi di materie prime e tecnologie, nel medio termine;
  • separare il costo del gas da quello dell’elettricità, nel breve termine;
  • recuperare autonomia industriale e tecnologica nei settori energetici superando i target europei nello sviluppo delle rinnovabili;
  • ridurre il consumo di elettricità del 5% nelle ore di punta, se il prezzo dipende da quello del gas;
  • emanare un apposito decreto su zone idonee per l’installazione di nuovi impianti di fonti rinnovabili e semplificare le autorizzazioni con decreti attuativi;
  • riprogrammare, nel medio termine, le misure del Bonus e Superbonus 110% per ottenere i risultati sperati;
  • indirizzare il Superbonus all’obiettivo della decarbonizzazione degli edifici attraverso vari interventi (elettrificazione completa, distacco dalla rete del gas, fotovoltaico con accumulo, pompe di calore, ecc.).

Energia Clima 2030: accelerare i tempi per il prossimo futuro green

La sostenibilità si basa sulla tutela dell’ambiente, riduzione dell’inquinamento, utilizzo di fonti di energia rinnovabile al fine di non prosciugare le risorse terrestri e prevenzione di eventi climatici catastrofici.

Futuro Green significa anche muoversi per rispondere al caro energia con fonti energetiche alternative, rigorosamente green. Sostenibilità e rinnovabili sono le parole chiave del 2023.

Per accelerare i tempi nella corsa alla Transizione Ecologica, bisogna seguire alcuni trend, in primis la decarbonizzazione del sistema energetico, che rappresenta una vera e propria sfida. Occorre contenere il più possibile l’emissione di agenti inquinanti per non aumentare ulteriormente l’effetto serra: il riscaldamento globale deve essere mantenuto sotto i 2°C.

La soluzione più efficace, secondo certi studi recenti, è l’utilizzo di fonti rinnovabili per il 70% entro il 2050 ma bisogna aumentare il ritmo di crescita di oltre 7 volte rispetto all’ultimo decennio per raggiungere l’obiettivo nel 2030. La decarbonizzazione, oltretutto, comporterebbe non solo la creazione di nuovi posti di lavoro ma l’aumento del PIL dello 0,8% (si stima un guadagno netto di oltre 19 trilioni di dollari a livello globale).

Bisogna accelerare il passo per lo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico che, attualmente, sono le due fonti di energia green più utilizzate. In questo contesto, la politica dovrà incentivare l’installazione di impianti green e finanziare la ricerca tecnologica investendo per la produzione di soluzioni all’avanguardia.

L’energia pulita e accessibile è il settimo obiettivo del programma sostenuto dall’ONU e necessita di innovazione. Governi ed investitori dovranno seguire determinati trend nel 2023: cambiamento climatico, monitoraggio della povertà, inclusione, questioni sociali, gestione del capitale umano, scelte ecologiche, norme e leggi da varare a favore di un’economia sostenibile, maggiore trasparenza su impatto e dipendenza dalla natura (a partire dal 2030). La svolta non può che essere green e comporta un cambiamento nel modello socio-economico: lo sviluppo economico non può considerarsi estraneo alla tutela dell’ambiente ed al benessere della popolazione mondiale. Per la transizione energetica, si dovrà puntare sulla decarbonizzazione, elettrificazione nelle maggiori attività economiche (industrie, trasporti), digitalizzazione per ottimizzare l’uso dell’energia ed incrementare l’efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili per il fabbisogno energetico a basso impatto ambientale.

Rinnovabili in Italia: obiettivi per la grande opera da realizzare in 8 anni

Per contrastare crisi economica, climatica e dipendenza energetica da altri Paesi, nei prossimi 8 anni, in Italia bisognerà installare circa 70 GW nuovi (fotovoltaico ed eolico) investendo in sistemi di accumulo, elettrificazione dei consumi, reti di distribuzione/trasmissione. Occorrerà anche avviare e rendere operativi numerosi elettrolizzatori per produrre idrogeno verde.

L’ambizioso traguardo per il 2030 è arrivare a coprire con le rinnovabili il 65-70% della domanda elettrica nazionale.

Non si può pensare ad un progetto di decarbonizzazione senza un intervento normativo ed autorizzativo, un piano di allocazione di investimenti nella formazione di tecnici per l’installazione di impianti green.

Il fotovoltaico ha un ruolo principale tra le fonti rinnovabili: il programma prevede di installare in Italia 8 GW all’anno fino al 2030 passando da 27 a 100 TWh/anno generati dal solare, con un incremento di circa 70 TWh in 8 anni. Bisogna premere parecchio sull’acceleratore considerando che, negli ultimi 9 anni, la produzione è aumentata di 6 TWh. Tutto questo per non importare 20 miliardi di metri cubi di gas ogni anno.

Sono già state presentate richieste di connessione di impianti fotovoltaici per oltre 100 GW e lo spazio per realizzare nuovi impianti c’è, tra tetti di edifici residenziali e commerciali e superficie agricola non utilizzata.

Parlando di energia eolica, questa fonte rinnovabile dovrà raddoppiare nel 2030 arrivando a circa 20 GW operativi.

Francesco Ciano
Francesco CIANO
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