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Reddito energetico

Reddito Energetico per il Fotovoltaico: l’Italia sostiene le famiglie in difficoltà

Tra i vari incentivi che possono favorire il passaggio alle energie rinnovabili in Italia, arriva una novità: il Reddito Energetico.

La Transizione Energetica è sempre più al centro dell’agenda politica nazionale e internazionale: il nostro Paese sta cercando di accelerare i tempi della rivoluzione green il più possibile con incentivi come il Bonus Fotovoltaico ed il Superbonus.

La nuova misura oggetto del nostro focus è stata istituita a giugno 2020 su proposta di Riccardo Fraccaro, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Con delibera Cipe n. 7 del 17 marzo 2020 è stato definito il Fondo Nazionale del Reddito Energetico denominato “FSC – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione”, destinato alle aree sottoutilizzate per ristabilire un equilibrio economico-sociale tra le diverse zone italiane.

Il duplice obiettivo è favorire la diffusione di rinnovabili, energie pulite e, allo stesso tempo, ridurre la cosiddetta ‘povertà energetica’ (fuel poverty), in particolare nelle aree del Mezzogiorno.

Per questa misura sono stati stanziati 200 milioni di euro al fine di incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici (principalmente su tetti di abitazioni private e condomini). Il Reddito Energetico è rivolto alle classi meno abbienti entro certi limiti ISEE per sostenere chi ha difficoltà economiche ad acquisire tecnologie di ultima generazione. Ad oggi, l’attuazione dell’incentivo segue le dinamiche regionali di aree che, per prime, hanno creduto a questa iniziativa green.

In cosa consiste questa nuova misura? A chi spetta e quali sono i requisiti per accedervi? In quali Regioni italiane è già attiva? Facciamo il punto.

Reddito Energetico: cos’è, a chi spetta, requisiti

Il Reddito Energetico rappresenta uno strumento che permette alle famiglie con reddito basso (ISEE inferiore ai 20mila euro) di installare impianti fotovoltaici e sistemi eolici in abitazioni e condomini a costo zero con un forte abbattimento dei costi in bolletta.

E’ un finanziamento pubblico tramite concessione di contributi regionali che copre il totale dei costi (di acquisto e installazione di impianti) al fine di consentire anche alle famiglie italiane meno abbienti di sfruttare fonti rinnovabili per l’autoproduzione di energia elettrica. Oltre al notevole risparmio in bolletta, ovviamente, si punta alla tutela dell’ambiente, alla riduzione di emissioni CO2.

Il contrasto della povertà energetica è un tema affrontato da tempo dal SIP (Sindacato italiano dei pensionati) e da alcune analisi della Banca d’Italia. Il termine ‘fuel poverty’ è stato coniato in un saggio degli anni ’90 della studiosa Brenda Boardman la quale sosteneva che le famiglie meno abbienti spendono oltre il 10% del proprio reddito per pagare le bollette.

Per istituire il Fondo Nazionale a sostegno del reddito energetico, il DIPE (Dipartimento per la Programmazione Economica) di Palazzo Chigi ha deliberato uno stanziamento di 200 milioni di euro.

In sintesi, i requisiti per accedere a questa misura sono:

  • ISEE non superiore ai 20mila euro;
  • Residenza anagrafica nell’immobile dove sarà installato l’impianto: possono beneficiare di questo incentivo condomini, proprietari o usufruttuari di unità abitative indipendenti.

Occorre considerare come riferimento il regolamento regionale che può variare da territorio a territorio.

Reddito Energetico: fino a 8.500 euro di copertura per gli impianti

L’importo del reddito energetico va da un minimo di 6.000 ad un massimo di 8.500 euro (IVA inclusa) a seconda del tipo di sistema da installare.

Questo incentivo viene erogato per l’installazione di:

  • Impianti fotovoltaici con potenza pari o superiore a 1,8 Kw, in grado di generare almeno 1.200 Kwh;
  • Impianti solari termici;
  • Impianti microeolici;
  • Sistemi di accumulo dei suddetti impianti.

Il 20% di questi interventi può essere usato per acquistare ed installare impianti solari termici per produrre acqua calda sanitaria da associare ad uno dei sistemi appena elencati.

Per i condomini, la possibilità è estesa ai sistemi di accumulo per incentivare l’autoconsumo: l’importo concesso sale a 8.500 euro.

Il Reddito Energetico non è cumulabile con altre agevolazioni, vale a dire non si può richiedere insieme ad altre misure di sostegno come Superbonus, Bonus Fotovoltaico 2023, altri aiuti statali, regionali o di tipo comunitario.

Come funziona il Reddito Energetico

Per il Reddito Energetico, si può accedere al fondo in due modi:

  • in conto capitale con incentivi diretti alla realizzazione degli impianti fotovoltaici;
  • con garanzie collaterali per ottenere finanziamenti bancari destinati all’installazione degli impianti.

Tutto questo è possibile grazie ai finanziamenti previsti dal PNRR che consentono di generare energia in modo autonomo.

I beneficiari dell’incentivo sono obbligati a sottoscrivere una convenzione con il Gestore Servizi Energetici (GSE) per l’attivazione del servizio di scambio sul posto dell’energia pulita generata dagli impianti. Lo scambio sul posto è un meccanismo di compensazione tra energia prodotta/immessa nella rete ed energia prelevata dalla rete nazionale in momenti diversi da quelli in cui è stata effettivamente generata. La convenzione prevede che gli utenti cedano alla Regione eventuali crediti maturati verso il GSE. In sostanza, con l’acquisto di un impianto fotovoltaico, l’energia prodotta e non consumata va in circolo ed il GSE effettua un bonifico ai diretti interessati per fruire dell’energia prodotta.

Ecco come funziona il sistema per ottenere il Reddito Energetico:

  • Dopo aver istituito il fondo per l’acquisto di impianti fotovoltaici, l’ente amministrativo indice un bando di gara;
  • Chi vince il bando può accedere agli impianti fruendo degli incentivi previsti dal fondo;
  • L’energia elettrica generata viene utilizzata tramite scambio sul posto (includendo il contributo al GSE);
  • I ricavi derivanti dallo scambio si possono reinvestire per incrementare l’importo del reddito energetico in un ciclo che va a formare un fondo rotativo.

Grazie all’autoconsumo le famiglie dotate di impianti fotovoltaici risparmiano in bolletta.

In quali Regioni italiane è già attivo

Il Comune di Porto Torres in Sardegna è stato il primo a sperimentare il Reddito Energetico per le famiglie meno abbienti. Il progetto nato nel 2018 ha permesso, nel 2019, di mettere a disposizione un fondo rotativo di 8.000 euro. Risultato: un risparmio medio annuo in bolletta di 150 euro per famiglia. Sono stati installati 50 nuovi impianti fotovoltaici che hanno portato non solo ad un risparmio complessivo di 9.000 euro ma a una riduzione di 65 tonnellate di CO2. Nel 2023, con la Legge Regionale n. 15/2022, la Sardegna ha stanziato un nuovo fondo di 5 milioni di euro prevedendo altri 5 milioni per il 2024. I nuovi fondi stanziati sono destinati non solo ai cittadini meno abbienti ma anche all’avvio di Comunità energetiche con produzione destinata all’autoconsumo pari ad almeno il 60%, cui possono partecipare privati cittadini e soggetti pubblici (sono esclusi i venditori di energia rinnovabile).

La Puglia non ha il primato della Sardegna ma, al momento, risulta essere la Regione italiana più avanti sul reddito energetico (scaduto il 22 agosto 2022).

Avvio di finanziamenti in altre Regioni italiane nel 2023

Dopo il successo ottenuto in Sardegna e in Puglia, il Governo ha esteso la misura del Reddito Energetico a livello nazionale per favorire la diffusione delle energie rinnovabili, garantire democrazia energetica e dare sostegno ai cittadini in difficoltà economica.

Altre Regioni hanno già stanziato finanziamenti per migliorare la produzione energetica a livello locale.

Il Friuli Venezia Giulia ha previsto un fondo di 100 milioni di euro per il Reddito Energetico a favore dei cittadini residenti.

Il Lazio ha stanziato 2 milioni di euro per il 2023 e 5 milioni di euro per il 2024 a favore di famiglie con ISEE inferiore a 35.000 euro.

In altre Regioni, sono previsti incentivi per edifici pubblici ed imprese:

  • La Lombardia ha stanziato 30 milioni di euro destinati alle micro e piccole imprese;
  • L’Umbria ha disposto un fondo di 3,2 milioni di euro per implementare il fotovoltaico nelle imprese.

Le prime Regioni a partire saranno Lazio e Sardegna che hanno già approvato le norme e, a breve, apriranno i bandi per ottenere i finanziamenti a favore dei contributi a fondo perduto per il fotovoltaico grazie al Reddito Energetico.

Francesco Ciano
Francesco CIANO
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