Tipping point fotovoltaico

Tipping Point Fotovoltaico

Tipping Point Fotovoltaico già raggiunto a livello globale: studio inglese

C’è ancora tanto da fare per contrastare il riscaldamento globale eppure, secondo un gruppo di scienziati inglesi, il mondo avrebbe già raggiunto il Tipping Point Fotovoltaico. Cos’è? Lo spiega direttamente il team di ricercatori dell’Università di Exeter e dell’University College di Londra. Si tratta del punto di crescita esponenziale più alto mai raggiunto in termini di energia solare.

Secondo lo studio degli scienziati inglesi, il globo è cresciuto anche troppo dal punto di vista dell’energia rinnovabile. In particolare, il Fotovoltaico non potrà crescere più di quanto abbia fatto finora. Più precisamente, avendo già raggiunto il picco di crescita, in futuro il Fotovoltaico potrà crescere ancora ma in modo molto più blando.

Grazie al picco raggiunto, entro il 2050 (se non prima) l’energia solare sarà sicuramente la prima fonte energetica rinnovabile al mondo in termini di diffusione.

Scopriamo di più da questo studio.

Tipping Point Fotovoltaico: cos’è

L’Urban Dictionary definisce il tipping point “punto critico” o “punto di non ritorno”. Una volta raggiunto un obiettivo, non si può più fare marcia indietro con tutte le conseguenze del caso.

In genere, riferito al riscaldamento globale, il tipping point ha un significato negativo legato all’inquinamento.

Il tipping point fotovoltaico, al contrario, assume un significato positivo considerando la transizione green in atto. Rappresenta un’opportunità per l’energia rinnovabile a livello globale.

Il Fotovoltaico predomina il mercato dell’energia rinnovabile per 4 buoni motivi:

  • Efficienza energetica;
  • Versatilità;
  • Installazione facile;
  • Rientro economico più rapido.

Tipping Point Fotovoltaico: lo studio degli scienziati inglesi

I ricercatori inglesi che hanno condotto lo studio sul Tipping point Fotovoltaico sono riusciti a trarre le loro conclusioni grazie ad un modello tecnologico ed economico basato sui dati. Il loro obiettivo era stabilire i livelli di predominanza delle diverse fonti energetiche nel medio e lungo termine.

La dottoressa Femke Nijsse del Global Systems Institute di Exeter ha affermato che i recenti progressi delle energie rinnovabili rendono obsolete, non più realistiche, le proiezioni che si basano sui combustibili fossili.

A livello tecnologico, il Fotovoltaico ha fatto passi da gigante. Basti pensare alle celle solari, flessibili, modulari, invisibili, celle solari in perovskite, pannelli che producono energia di notte.

Insieme al lato prettamente estetico, è migliorata in modo significativo l’efficienza, l’accumulo energetico, le pratiche di riciclo.

Perché le proiezioni basate sui combustibili fossili risultano ormai obsolete? Lo scenario ‘business as usual’ assunto finora per il comparto energetico non rispecchierebbe più la realtà dei fatti.

La dottoressa Nijsse ha spiegato che le vecchie proiezioni sono basate su modelli secondo cui l’innovazione avviene al di fuori dell’economia. Non è così. Esiste, nella realtà, un circolo virtuoso tra tecnologie sviluppate ed aziende che le utilizzano in modo economico. Considerando questo ciclo nelle proiezioni, si può rappresentare la crescita rapida dell’energia solare nell’ultimo decennio e quella futura.

Il futuro del Fotovoltaico: 4 barriere di cui i governi devono tenere conto

Gli autori dello studio hanno voluto sottolineare che la loro previsione non deve affatto deresponsabilizzare chi decide a livello politico.

Gli scienziati mettono in guardia da barriere che potrebbero bloccare i futuri sistemi elettrici solari in configurazioni che non risulterebbero né sostenibili né resilienti.

Da una parte, il Fotovoltaico è destinato a diventare la fonte energetica rinnovabile dominante entro la metà del secolo. Dall’altra, esistono criticità ed incertezze riguardo alla rete ed alla capacità delle catene di approvvigionamento.

Sono quattro le principali barriere, i macro problemi di cui i governi devono tenere conto:

  1. Flessibilità e potenziamento della rete;
  2. Potenziamento delle catene di approvvigionamento;
  3. Accesso equo ai finanziamenti;
  4. Opposizione politica.

1. Flessibilità e potenziamento della rete

La caratteristica tipica dell’energia solare consiste nell’essere una fonte intermittente e non programmabile perché dipende dall’ambiente circostante.

Di conseguenza, bisogna investire sul potenziamento delle infrastrutture delle linee elettriche. Come? Implementando nuovi collegamenti regionali, aggiungendo centri di accumulo energetico, puntando su servizi di gestione della domanda di energia. Le prime fasi di ricerca e sviluppo necessitano di sussidi governativi.

2. Potenziamento delle catene di approvvigionamento

Pensare ad un futuro dominato dal Fotovoltaico fa subito venire in mente la mole di metalli e minerali necessari per tenerlo in vita. Materie prime richieste non solo per le celle ma anche per linee elettriche e batterie.

La reperibilità di materiali è una priorità. I pannelli fotovoltaici sono composti principalmente da silicio mono o policristallino, quindi occorre potenziare e rendere più sostenibile il processo di estrazione di questo materiale.

Le batterie di accumulo e le reti richiedono componenti essenziali come il litio. E’ quanto mai essenziale rendere la filiera più potente e green.

3. Accesso equo ai finanziamenti

Oggi, la finanza a basse emissioni di carbonio si concentra principalmente sui Paesi ad alto reddito. Per una diffusione capillare, l’energia solare deve essere accessibile a tutti senza lasciare indietro i Paesi a basso reddito (specie quelli africani) dove, oltretutto, il potenziale di investimento è alto.

Di conseguenza, i governi devono sforzarsi di concedere incentivi fiscali per sostenere aziende e privati nel passaggio all’energia green.

Nel nostro Paese, si parla sempre più di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) che costituiscono indubbiamente una grande spinta per far avanzare la sostenibilità.

4. Opposizione politica

Un rapido passaggio all’energia solare potrebbe mettere a rischio il lavoro di 13 milioni di persone nel mondo occupate nelle industrie fossili e collegate.

In tal caso, devono intervenire le politiche di sviluppo economico e industriale regionale per risolvere le disuguaglianze e contenere i rischi legati alla resistenza delle industrie in declino.

E’ importante prevedere la ricollocazione di coloro che lavorano nell’ambito delle fonti di energia non rinnovabile. I governi dovrebbero intervenire con sussidi e incentivi di assunzione per le aziende allo scopo di potenziare la filiera passando gradualmente al Fotovoltaico.

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Francesco CIANO

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